di Daniela De Filippis
Il lavoro nasce dal tentativo di un approfondimento delle tematiche legate allo studio della Teoria del pensiero, così come è stata presentata da Wilfred Bion al Congresso di Edimburgo del 1961. Il regista Julian Schnabel, alla regia del film “Lo scafandro e la farfalla”, imprigiona lo spettatore dentro uno scafandro, per liberarlo nel volo creativo di una farfalla, in un dualismo emblematico dello sviluppo, dell’evoluzione e delle potenzialità trasformative del pensiero nell'individuo. Il film e il suo protagonista, si prestano bene allo scopo: come il neonato alle prese con l'assenza del seno materno, Jean-Do mostrerà di riuscire, pur con difficoltà e senza troppe pretese, di tollerare un profondo stato di frustrazione e di assenza; questo segnerà il momento critico della sua esistenza: lo scafandro si farà meno opprimente e il pensiero potrà vagabondare come una farfalla.
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